Un cittadino di Mariupol ha nuotato per 4 chilometri nel mare ghiacciato per uscire dalla città occupata
Quando gli invasori russi hanno bombardato il Teatro d’Arte Drammatica di Mariupol, Dmytro Yurin era a casa, non lontano dall’edificio. Lui e sua madre si sono nascosti nel garage per evitare i bombardamenti e, dopo l’esplosione, l’uomo è andato ad aiutare le vittime. Ha visto con i suoi occhi morti e feriti. È riuscito a tirare fuori dalle macerie alcune persone, mentre altre sono morte per le ferite. Tuttavia, a causa dei bombardamenti incessanti, le operazioni di soccorso erano pericolose.
Dmytro ha deciso di uscire dalla città nel modo più accessibile: nuotando, come era solito fare con suo padre nel mare di Azov. Ha indossato i pantaloni da pesca, ha legato due sacchetti di plastica per la spazzatura intorno ai calzini e ha preso alcune corde e quattro bottiglie di plastica da cinque litri che fungevano da boe. Ha raggunto la spiaggia, ha camminato per un po’ lungo la riva e poi si è tuffato in acqua. Ha nuotato per 150 metri parallelamente alla riva e si è diretto verso ovest. L’acqua era così gelida che i suoi denti battevano. Per non farsi notare, Dmytro si è nascosto dietro una delle bottiglie. Di tanto in tanto si riposava su una boa.
Complessivamente, il cittadino di Mariupol ha nuotato per 2 ore e mezza. È riuscito a percorrere 4 chilometri. Una coppia di anziani lo ha ospitato e nutrito nel villaggio di Melekine. Gli hanno dato del borscht e dell’horilka. In seguito, Dmytro è riuscito a salire su un minibus per Berdiansk e ha attraversato i posti di blocco controllati dalla Russia. Poi ha raggiunto il territorio controllato dall’Ucraina e ora si trova a Lviv (Leopoli).