Serhii, un paramedico a Mariupol, ha lavorato un turno di 22 giorni
Serhii Chornobryvets proviene dalla regione di Dnipropetrovsk. Dopo la formazione come paramedico, si è trasferito a Mariupol, dove si è unito ai servizi di emergenza sanitaria. Il 24 febbraio, Serhii aveva un giorno libero, ma è entrato in servizio e ha lavorato per 22 giorni di fila. Ha telefonato, ha aiutato a trasportare i pazienti, ha fatto iniezioni e inserito cateteri. E’ riuscito a dormire per 4-5 ore.
Il dottore ha vissuto molti momenti difficili in questo periodo. Ha visto i morti per strada. Una volta ha dovuto spiegare ad una donna che sua figlia, sdraiata a terra, non si sarebbe più rialzata. Un giorno ha salvato una ragazza il cui cuore era visibile a causa di una ferita da schegge. Un’altra volta, una granata ha distrutto una casa proprio davanti a lui. Il medico ha anche aiutato a evacuare le donne dall’ospedale pediatrico bombardato.
Il 17 marzo, l’uomo si è imbattuto nell’esercito russo. Serhii e molti altri medici avevano deciso di andarsene: le strade su cui venivano trasportati i feriti erano state interrotte o distrutte e non c’era quasi più carburante. Il viaggio a Zaporizhzhia è durato 25 ore per i medici (anziché le solite 4), con soste ai posti di blocco e perquisizioni da parte di russi che spogliavano gli uomini per trovare tatuaggi filoucraini perquisendo i loro cellulari.
Serhii ha già trovato un nuovo lavoro a Zaporizhzhia. “Chiamiamo quella parte della vita ‘l’Inferno di Mariupol’, perché tutto ciò che sta accadendo lì, tutto ciò che vedi lì, non può essere chiamato in altro modo. Sogno che Mariupol possa essere finalmente riconquistata. Questa è casa mia; voglio tornare lì. Voglio davvero che venga ricostruita. Ma soprattutto, voglio che le persone che sono ancora lì possano uscire”, ha condiviso il medico.