La 91enne Lyubov Pohoniuk ha donato un abito, cucito durante i dieci anni di esilio nei Gulag, per la realizzazione di reti mimetiche
Nel 1944, il fratello e il padre della signora Lyubov furono uccisi dall’esercito sovietico. In autunno, insieme alla madre e alla sorella, fu deportata in Siberia, ma la donna riuscì a fuggire per un breve periodo. Nel 1945, tuttavia, fu arrestata e portata nei campi di concentramento Gulag per 10 anni. Lì, nel 1954, cucì un abito che ha conservato fino ad oggi.
Affinché i volontari potessero realizzare reti mimetiche, la donna consegnò il suo vestito con un biglietto che diceva: “Ufficiale di collegamento dell’UPA con lo pseudonimo di ‘Sumna’ (‘Triste’)”. Tuttavia, i volontari si sono rifiutati di accettare un dono così prezioso: hanno salvato il vestito e lo hanno già donato al museo.