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Mettere a nudo la Russia Promemoria

Torture ed esecuzioni disumane: come i criminali di guerra russi violano i diritti dei prigionieri di guerra ucraini

Nel gennaio 2024, sono più di 8.000 le persone attualmente detenute in Russia (compresi più di 1.600 civili). Tuttavia, decine di migliaia di persone, sia civili che prigionieri di guerra, sono considerate disperse, ha riferito Yurii Taranyuk, rappresentante del Quartier generale di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra.

I prigionieri di guerra (PG) sono combattenti  (o specifici non combattenti) caduti nelle mani del nemico e sono protetti dal diritto internazionale umanitario, in particolare dalle Convenzioni di Ginevra del 1949.

Tra le varie cose, la Convenzione di Ginevra (III) vieta la violenza contro chi si trovi in stato di prigionia: omicidi, mutilazioni, maltrattamenti, torture e insulti alla dignità umana, trattamenti offensivi e umilianti.

Tuttavia, la Russia non è particolarmente nota per il rispetto del diritto internazionale. Ha commesso crimini di guerra in Ucraina dal 2014, quando l’ha invasa per la prima volta, e in due anni di guerra su vasta scala sono stati registrati numerosi casi di maltrattamenti, abusi e persino esecuzioni di prigionieri di guerra ucraini. Secondo Andrii Kostin, procuratore generale dell’Ucraina, circa il 90% degli ucraini prigionieri in Russia sono stati sottoposti a tortura, stupro, minacce di violenza sessuale o altre forme di maltrattamenti.

Donne ucraine rasate in prigionia

Il 1 aprile 2022 sono tornati a casa 86 ucraini, tra cui 15 donne. Molte avevano la testa rasata. Quelle donne erano state costrette a sopportare molto: spogliarsi completamente in presenza di uomini, accovacciarsi e tagliarsi i capelli. Erano state interrogate più e più volte in cella, ha ricordato Anastasiia Matrushchenko, una delle donne-soldato ucraine rilasciate.

Foto: Ministero per la Reintegrazione dei Territori Temporaneamente Occupati

Oleksandra Tsepuk, un’altra prigioniera di guerra ucraina, ha detto che la cella in cui erano tenute le donne aveva due letti e un materasso per sette persone. Inoltre, gli occupanti hanno chiesto loro di parlare di un tale “buon atteggiamento” davanti a una telecamera. Le storie delle donne sono state raccontate dal Ministero per la Reintegrazione dei Territori Temporaneamente Occupati.

La rasatura forzata dei capelli delle prigioniere è stata usata come modo per umiliare, abusare e tentare di spezzare lo spirito delle donne ucraine intente a difendere il loro paese.

Vanterie di tortura

In diverse occasioni, il Servizio di sicurezza ucraino ha intercettato comunicazioni di soldati russi che parlavano della tortura o dell’uccisione di prigionieri di guerra ucraini.

“Abbiamo preso due prigionieri. A uno gli abbiamo tagliato un orecchio ma non ha voluto parlare. E’ ancora a posto: non è stato colpito alla testa né squartato con uno dei nostri mezzi. Si potrebbe semplicemente metterci dentro l’intero caricatore di una mitragliatrice, sparargli per cento giri e farne uno scolapasta. Male che vada, si potrebbe tagliargli le dita”, dice un soldato a suo padre in una registrazione.

In un altro caso, un russo ha ammesso a sua madre che avevano ucciso un prigioniero di guerra ucraino. “Voleva davvero tanto andare in bagno. Gli dissero: ‘Adesso torni a casa. Vai al bagno e te ne andrai.’ Si è avviato e noi gli abbiamo sparato alla schiena.”

Digiuno e condizioni disumane

Molti difensori ucraini che hanno fatto ritorno dalla prigionia russa hanno raccontato delle orribili condizioni della loro detenzione e di ogni sorta di abuso.

“Era impossibile mangiare. Ti venivano concessi 30 secondi per ogni pasto. In 30 secondi dovevi mangiare tutto ciò che potevi”.

“Nastro adesivo. Mi hanno avvolto del nastro adesivo intorno alla testa e per stringerlo il più forte possibile mi hanno infilato le gambe dritto nello stomaco; avrò passato un giorno, un giorno e mezzo così.”

Il difensore di Mariupol Mykhailo Dianov dopo mesi di prigionia russa.
Foto: Yuri Lavrushko

“Ci hanno trattato come animali.”

Questa è solo una parte della storia di Mykhailo Dianov.

Quasi tutti i 215 difensori ucraini, compresi quelli dell’Azovstal, liberati dalla prigionia russa nel settembre 2022, soffrivano di gravi forme di anoressia. “Le condizioni dei nostri soldati sono assolutamente scioccanti. Alcuni parenti hanno difficoltà persino a riconoscere i loro cari. I nostri ragazzi sono esausti, contusi, hanno molte fratture nascoste ed esacerbazioni di malattie croniche di vario grado”, ha detto Olena Tolkachova, a capo del Servizio di patrocinio del reggimento Azov.

Mutilati davanti a una telecamera

Nel luglio 2022, un orribile video è stato condiviso attraverso i canali Telegram russi: questo mostra due persone, probabilmente soldati russi, che abusano di un prigioniero di guerra che indossa un’uniforme ucraina con stemmi gialli e blu. I due picchiano un uomo che ha le mani legate e lo castrano utilizzando un trincetto.

L’Ufficio del Procuratore Generale dell’Ucraina ha avviato un procedimento penale per violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra. Il crudele trattamento dei prigionieri di guerra, la tortura e la mutilazione fisica costituiscono una brutale violazione dell’articolo 13 della Convenzione di Ginevra (III) sui prigionieri di guerra del 1949.

Omicidio di massa a Olenivka

Il 29 luglio 2022, la Russia ha organizzato un atto terroristico contro una colonia nella zona temporaneamente occupata di Olenivka, nella regione di Donetsk. La struttura, dove si trovavano molti prigionieri di guerra ucraini inclusi dei difensori di Mariupol, è stata bruciata. A causa dell’attacco sono morte circa 40 persone e 130 sono rimaste ferite, ha riferito la procura generale dell’Ucraina.

prison in Olenivka,
Una camerata distrutta nella prigione di Olenivka.
Foto: AP

Ad oggi, la Russia sta bloccando le indagini su questo caso: le autorità di occupazione russe hanno vietato ai rappresentanti delle Nazioni Unite l’accesso al sito.

Leggi di più: Omicidio di massa di prigionieri di guerra ucraini nella cittadina temporneamente occupata di Olenivka.

Messo a morte per un appello alla patria

Il difensore ucraino Oleksandr Matsiievskyi è stato ucciso il 30 dicembre 2022. Ma la notizia ha goduto di ampia diffusione solo nel marzo 2023, quando il video della sua esecuzione è stato condiviso online. Questo mostra  Matsiievskyi prigioniero dei russi e il momento in cui gli viene sparato a distanza ravvicinata dopo che ha pronunciato le parole “Gloria all’Ucraina / Slava Ukraini”.

L’omicidio a sangue freddo di un prigioniero di guerra costituisce una violazione della Convenzione di Ginevra e del diritto umanitario internazionale. E non si è trattato affatto della prima volta che le truppe russe hanno filmato l’esecuzione di prigionieri di guerra ucraini.

Oleksandr Matsiievskii. Foto: Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (a sinistra).
Uno screenshot del video (a destra)

L’Ucraina ha esortato il procuratore della Corte penale internazionale ad avviare un’indagine immediata su questo atroce crimine di guerra. Allo stesso modo, tutti i governi stranieri e le organizzazioni internazionali sono state esortate a condannare fermamente l’uccisione di prigionieri di guerra ucraini da parte della Russia e ogni altro crimine di guerra simile.

Oltre a ciò, non si trattava affatto della prima volta in cui veniva registrato un caso del genere: nel 2014, al prigioniero Vasyl Pelysh era stato mozzato un braccio a causa di un tatuaggio con lo stemma dell’Ucraina.

Privati del diritto a un giusto processo

Nel marzo 2023, tre difensori ucraini detenuti in Russia sono stati condannati per presunti crimini di guerra da una sedicente Corte Suprema delle cosiddette “Repubblica popolare di Donetsk” e “Repubblica popolare di Lugansk”. Maksym Butkevych, un attivista per i diritti umani, è stato condannato a 13 anni di carcere, Viktor Pohozei a 8 anni e mezzo e Vladyslav Shel a 18 anni mezzo.

Affidando questioni come presunti crimini di guerra a magistrati non riconosciuti dei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina, la Russia ha violato il diritto internazionale negando ai prigionieri di guerra ucraini un diritto fondamentale: quello a un giusto processo.

Decapitazione dei difensori ucraini

Nell’aprile 2023, dei criminali di guerra russi hanno condiviso un video in cui, secondo quanto riferito, un difensore ucraino veniva giustiziato. Il filmato mostra un soldato russo che taglia la testa a un difensore ucraino (il quale era ancora vivo) mentre si sentono commenti come “tagliagliela” e simili. Nel video si nota della vegetazione verdeggiante, cosa che starebbe a indicare che la registrazione era stata effettuata l’anno precedente.

Questo non è l’unico caso in cui i russi hanno filmato e pubblicamente condiviso come torturano e uccidono i difensori ucraini. La CNN ha riferito di un altro video pubblicato su un canale social media filo-russo l’8 aprile. In questo vengono mostrati due soldati ucraini distesi a terra accanto a un veicolo militare distrutto con la testa e, probabilmente, le mani tagliate.

Al riparo dietro prigionieri di guerra disarmati

Nel dicembre 2023 un altro video contenente brutali violazioni è divenuto di pubblico dominio: il filmato mostra dei russi che, con la minaccia delle armi, conducono dei soldati ucraini catturati e inermi verso le stesse posizioni ucraine e si riparano dietro i loro corpi.

“Se le azioni nel video si rivelassero appuratei e veritiere, ciò dimostrerebbe che la Russia ha violato un altro articolo della Terza Convenzione di Ginevra. Vale a dire, l’articolo 23, che stabilisce che nessun prigioniero di guerra può mai essere condotto in un’area dove si troverebbe sotto la minaccia del fuoco proveniente dalla zona di combattimento. Inoltre, i prigionieri di guerra non possono essere utilizzati per proteggere punti o aree dalle operazioni militari”, ha commentato Dmytro Lubinets, commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino.

Esecuzioni ad Avdiivka

Le forze armate ucraine stanno indagando sulle informazioni riguardanti sei soldati catturati che sono stati uccisi dai russi alla periferia di Avdiivka nel febbraio del 2024. “I difensori erano gravemente feriti, incapaci di muoversi da soli e stavano aspettando l’evacuazione”, ha precisato Dmytro Lubinets. , commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino. Giustiziando i prigionieri di guerra, il paese aggressore viola gravemente e cinicamente le norme del diritto umanitario internazionale e le Convenzioni di Ginevra.

In soli quattro mesi, da dicembre 2023 a febbraio 2024, la Procura generale dell’Ucraina ha avviato procedimenti riguardanti la deliberata esecuzione di 45 prigionieri di guerra ucraini da parte dei russi.


La Russia sta violando costantemente tutte le leggi e le convenzioni di guerra e, allo stesso modo, viola quello che dovrebbe essere il giusto trattamento riservato agli ucraini tenuti prigionieri nella loro stessa terra. I casi menzionati sono solo una parte dei crimini di guerra registrati contro i prigionieri di guerra ucraini dal 2014 in poi e, purtroppo, molti casi simili potrebbero tuttora rimanere sconosciuti. La Russia blocca costantemente l’accesso ai luoghi di detenzione alle organizzazioni internazionali. Ciò contrariamente all’Ucraina, che ha concesso agli esperti dell’ONU un accesso riservato e senza limitazioni ai siti ufficiali di detenzione dei prigionieri di guerra russi.

L’Ucraina aderisce alle Convenzioni di Ginevra del 1949 e, nel corso della guerra su vasta scala da parte della Russia, si attiene fermamente ai principi di conduzione delle operazioni militari e al diritto internazionale umanitario, il quale comprende norme pertinenti per il trattamento dei prigionieri di guerra.

L’Ucraina fa appello a tutti gli stati e alle organizzazioni internazionali perché condannino ogni brutale violazione di tali principi da parte della Russia e contribuiscano al perseguimento di chiunque sia responsabile di crimini di guerra.