La pesca in acqua torbida. Come funziona la macchina della propaganda Russa.
Ogni generale cerca di indebolire il nemico prima della battaglia. Nel Medioevo, questo veniva fatto usando le frecce, durante l’operazione militare “Tempesta nel deserto” è stato effettuato con l’attacco aereo, la Russia moderna lo fa attraverso le informazioni. I media dello stato del Cremlino non sono composti da giornalisti ma è un’avanguardia militare a tutti gli effetti che prepara la testa di ponte per le forze armate, destabilizza il nemico e lo separa dagli alleati.
La macchina della propaganda russa è composta da quattro elementi di base e da un solo media pubblico. Il Cremlino sponsorizza generosamente canali televisivi come Russia Today: nel 2022 solo ufficialmente per i mass-media furono assegnati sussidi di stato da 88 miliardi di rubli (circa $ 834 milioni) e parallelamente hanno sradicato gli ultimi canali e siti indipendent.
Il secondo livello di propaganda è una rete di bot.
Come è noto da numerose indagini giornaliste, ad esempio, “Novaya gazeta”, Buzzfeed, in Russia sono state organizzate vere “fabbriche di troll” con diverse centinaia di dipendenti ognuno dei quali ha compiti e standard di produzione.
La terza parte del sistema è composta da risorse che si trovano in altri paesi che sembrano essere cittadini locali ma in realtà, queste risorse, sono sponsorizzate da Mosca per ottenere i propri interessi. In particolare, in Ucraina c’era una triade dei cosidetti “canali di Medvedchuk” e la Russia ne era così fiduciosa della sua invulnerabilità che non la mascherava neanche , affidando la gestione di questi media al “padrino” del presidente Putin.
Il quarto livello di influenza è chiamato “soft power”.
Si ottiene con le dichiarazioni pubbliche di atleti e artisti, ad esempio uno dei registi più famosi della Russia e il vincitore dell’Oscar, Nikita Mikhalkov che esorta a includere l’Ucraina e la Bielorussia nella “Russia ideale”. Questo livello di influenza è evidente nei film, ad esempio nella pellicola propagandistica “Crimea” che fornisce l’interpretazione russa della “salvezza” e non l’annessione della penisola. L’influenza è evidente anche nelle sue feste, imponendo, ad esempio, la Giornata della Memoria dell’8 maggio, non come si festeggia nei paese europei ma come un giorno della vittoria della seconda guerra mondiale il 9 maggio secondo il proprio paradossale revanscismo.
La Russia usa anche la Chiesa per la propaganda. Quest’ultima è attivamente coinvolta in pieno nella menzogna professando che ucraini e russi sono lo stesso popolo solo perché tutti e due sono ortodossi.
Il meccanismo di propaganda funziona principalmente come una catena in verticale, i canali statali russi sono i primi a creare una nuova disinformazione e di seguito il resto della catena la raccoglie e la divulga al loro pubblico. A seconda del pubblico, la macchina della propaganda svolge compiti diversi.
Studiamo sull’esempio della guerra russa contro l’Ucraina
All’interno della Russia, la propaganda mobilita la popolazione inventando una bugia sull’aggressione dell’Ucraina contro i propri cittadini, la minaccia di armi biologiche geneticamente dirette contro i russi e la minaccia delle basi segrete della NATO. Tutto ciò non è solo per giustificare la guerra, ma per provocare il sostegno del popolo ai combattimenti e persino alla gratitudine al regime che presumibilmente protegge gli interessi della Russia.
Attualmente, tutti gli studi sociologici dimostrano che questo metodo funziona e almeno la metà del popolo russo supporta la guerra. Va notato però che la propaganda non è onnipotente, e la verità sull’omicidio di civili e le perdite dei propri soldati penetra ugualmente in Russia, quindi il Cremlino ha dovuto vietare l’accesso a Facebook, Instagram e gli ultimi media indipendenti.
Mosca ha costruito una narrativa di guerra per i paesi occidentali. L’offensiva su larga scala della Russia è iniziata solo alla fine di febbraio di quest’anno, ma in effetti, i combattimenti e l’occupazione parziale dei territori ucraini sono iniziati nel 2014 e tuttavia, la propaganda russa lo ha negato per otto anni affermando che gli ucraini non vengono uccisi dall’esercito di Putin, ma dai separatisti che “hanno trovato carri armati nelle miniere”. La guerra in atto la stanno giustificando con la scusa della protezione della così detta “LNR” e “DNR”, che Mosca ha riconosciuto appositamente come Stati sovrani. Come mostrano le dichiarazioni politiche e sanzioni specifiche, nessuno in Occidente ha creduto a una menzogna così evidente. Molti paesi hanno già bloccato le emittenti di propaganda russa. Di conseguenza di tutto ciò, i resti della macchina propagandistica del Cremlino passa all’atto della demotivazione del supporto dell’Ucraina con la minaccia di conseguenze negative alle sanzioni per l’Europa stessa o la divulgazione di possibili minacce attraverso l’uso di “super armi”, tipo i “missili ipersonici”.
Il lavoro dei propagandisti russi sul territorio ucraino ha avuto due scopi negli ultimi otto anni
Principalmente hanno cercato di indebolire e destabilizzare l’Ucraina prima dell’invasione discreditando le riforme, rovinando la fiducia verso gli alleati occidentali e dividendo il popolo ucraino per la diversità culturale (lingua, storia, fede), provocando il disfattismo.
Inoltre, la Russia ha provato in ogni modo possibile a diffondere tra gli ucraini l’idea di “unico popolo” con i Russi in modo che i cittadini non faranno resistenza ma accetteranno gli occupanti come “fratelli” e “liberatori”. Tutto questo è sullo sfondo di oltre 14.000 uccisi in otto anni di combattimenti.
Può sembrare che la propaganda russa sia pazza e insensata. Al Cremlino, davvero sperano che qualcuno creda in un’arma che attacca geneticamente solo i russi? No! Lo stile della propaganda russa consiste, non quello di convincerti di qualche fatto ma di seminare dubbi e rendere la situazione ambigua. Vladimir Putin pesca bene nell’acqua torbida e qualunque sia il suo obiettivo finale, assurdi e reciprocamente interconnessi, ma sempre molto persistenti lanci di informazione aiutano a raggiungere questo scopo e disorientano il nemico aprendo le porte alla Russia per un attacco fisico.
Il 24 febbraio 2022, la Russia è stata in grado di iniziare un’offensiva su larga scala solo perché gli otto anni precedenti attorno alla sua aggressione regnava un caos di informazioni. Il mondo, invece di condannare e fermare in modo inequivocabile il Cremlino nel 2014, ha vagato nelle storie sui “separatisti”, il referendum della Crimea e il significato apolitico di “Nord Stream – 2” dando alla Russia il tempo di concentrare le forze e “lanciare la canna da pesca”. Chi poteva sapere che avrebbe pescato in Ucraina non un pesce indifeso, ma uno squalo?
Yaroslav Zubchenko, giornalista di NGO Media Detector.