La democrazia non è oggetto di sacrifici: perché in Ucraina non possono essere tenute elezioni in stato di legge marziale
Forse non lo sai, ma gli ucraini adorano le loro elezioni. Chi ha compiuto 18 anni riceve le congratulazioni della famiglia quando si reca alle urne per la prima volta. I bambini piccoli accompagnano i genitori e guardano mentre questi votano per i candidati prescelti. E gli ucraini adorano la correttezza elettorale: la gente è sempre pronta a protestare contro i risultati truccati, come durante la Rivoluzione arancione del 2004.
L’Ucraina è uno Stato democratico e tutti i risultati ottenuti negli ultimi anni di indipendenza sono il risultato di trasformazioni democratiche volute dai cittadini. La guerra della Russia contro l’Ucraina ostacola il processo democratico e mette a rischio gli stessi ucraini.
Gli ucraini danno veramente valore alla loro democrazia e non la abbandoneranno mai. Si tratta d’altro canto di un altro aspetto della vita quotidiana e di quel normale processo democratico di cui la Russia sta cercando di privare l’Ucraina.
Quando sono le prossime elezioni in Ucraina?
Le prossime elezioni parlamentari si sarebbero dovute tenere nell’ottobre del 2023, mentre le elezioni presidenziali avrebbero dovuto essere programmate per la primavera del 2024. Ma ciò risulta incompatibile con l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia.
La Costituzione ucraina vieta esplicitamente lo svolgimento di elezioni sotto la legge marziale. E anche se questa le consentisse, ci sono innumerevoli problemi pratici e di sicurezza irrisolvibili che rendono letteralmente impossibile garantire un processo elettorale equo in presenza di una guerra totale.
A febbraio 2023, quasi il 18% del territorio ucraino si trovava sotto l’occupazione temporanea della Russia e milioni di cittadini ucraini sono stati costretti a fuggire all’estero. Altre centinaia di migliaia di ucraini stanno attualmente difendendo il Paese in prima linea. Inoltre, la Russia continua a bombardare quotidianamente le infrastrutture civili in tutto il territorio ucraino.
Gli ucraini sono ben noti al mondo per il loro desiderio di libertà e indipendenza. L’amore per la democrazia è una caratteristica saliente del popolo ucraino, il quale non esita a dimostrarlo coi fatti quando qualcuno viola i suoi diritti.
Tuttavia, la maggior parte degli ucraini sostiene la decisione di rinviare le elezioni. Nell’autunno del 2023, l’Istituto Internazionale di Sociologia di Kyiv ha svolto un sondaggio tra gli ucraini sulla possibilità di tenere elezioni in Ucraina secondo quanto normalmente programmato. L’81% degli intervistati ha dichiarato che “le elezioni dovrebbero svolgersi dopo la guerra”.
Foto: Serhii Supynskyi
Foto: Serhii Nuzhnenko (Radio Free Europe/Radio Liberty)
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Elezioni (semi)democratiche
Perché un’elezione sia democratica è necessario che vi partecipi il maggior numero di persone possibile. In particolare, i cittadini hanno il diritto di candidarsi alle elezioni. Tuttavia, data l’invasione su vasta scala della Russia, ciò non è del tutto possibile.
Il primo e ovvio fattore è che la maggior parte delle persone non sarà fisicamente in grado di partecipare alle elezioni. Ciò concerne, in primo luogo, i militari. Come accennato, circa settecentomila ucraini stanno attualmente prestando servizio nelle forze armate e la maggior parte prendono parte alle operazioni di combattimento.
Oltre al fatto che è quasi impossibile garantire le condizioni necessarie per votare in prima linea, i soldati ucraini non potranno candidarsi, il che viola una volta di più i loro diritti civili. Ed è essenziale che chi rischia la vita e la salute abbia voce in capitolo nel futuro del proprio paese.
Foto: Serhii Nuzhnenko (Radio Free Europe/Radio Liberty)
Il secondo gruppo che difficilmente potrebbe votare è quello degli ucraini fuggiti dalla guerra all’estero. Secondo uno studio della Rete civile OPORA, a luglio 2023, sono più di 8 milioni gli ucraini che hanno lasciato il paese dall’inizio dell’invasione su vasta scala il 24 febbraio 2022: quasi il 20% della popolazione totale.
I seggi elettorali esistenti all’estero non sarebbero in grado di accogliere un numero così elevato di ucraini. Ad esempio, in Polonia, per le elezioni del 2018 erano quattro i seggi elettorali disponibili: l’Ambasciata dell’Ucraina in Polonia, il Consolato Generale dell’Ucraina in Polonia, il Consolato Generale dell’Ucraina a Lublino e il Consolato dell’Ucraina a Danzica. E, stavolta, questi si ritroverebbero ad avere quasi 300.000 elettori ciascuno.
Tenere le elezioni in tali condizioni richiede un numero di infrastrutture sufficiente, ma queste non esistono. E, anche se la quantità dei seggi elettorali aumentasse, per molti elettori si troverebbero comunque a ore di distanza.
Il terzo gruppo è costituito dai cittadini ucraini che vivono ancora nelle regioni sotto la temporanea occupazione russa. La Russia li sta privando completamente del diritto di voto e di scelta. E ciò non finirà finché questi territori dell’Ucraina non saranno liberati.
Le elezioni sono sempre costose ma al momento sono anche rischiose
Un altro argomento essenziale è quello della sicurezza. Questa non può essere garantita agli elettori, soprattutto a quelli che vivono vicino alla prima linea. Tuttavia, data la pratica terroristica della Russia di colpire infrastrutture pubbliche e civili, il pericolo sussiste non solo in quelle zone ma anche in altre città dell’Ucraina, che vengono spesso attaccate. Avere grandi assembramenti di persone in luoghi preannunciati rappresenta un enorme rischio per la sicurezza e ciò, sfortunatamente, è stato dimostrato dallo stato terrorista in più di un’occasione.
Inoltre, le elezioni ucraine vedono sempre la partecipazione di osservatori internazionali, cosa che aiuta ad aumentare la fiducia degli elettori e a valutare la legittimità del processo elettorale. Al momento, l’Ucraina dovrebbe chiedere a questi rappresentanti internazionali di rimanere in seggi elettorali che potrebbero diventare un bersaglio per gli attacchi di droni e missili russi, soprattutto se vicino alla linea del fronte.
Un altro aspetto che non può essere ignorato è quello finanziario. Nel 2019, nel bilancio statale sono stati spesi circa 2 miliardi di grivnie ucraine (UAH) per le elezioni parlamentari e 2,3 miliardi di UAH per le elezioni presidenziali. Al momento, una tale spesa di bilancio ridurrebbe gli investimenti in settori fondamentali per preservare l’Ucraina come stato: l’esercito e la difesa.
Inoltre, la maggior parte degli ucraini che hanno perso la casa a causa della guerra o sono rimasti gravemente feriti, così come i bambini rimasti orfani, necessitano di assistenza sociale. Il bilancio dell’Ucraina è attualmente destinato a rispondere alle necessità essenziali dell’Ucraina e di quei suoi cittadini che soffrono a causa dei crimini della Russia.
Cosa dice la Costituzione a riguardo?
La Costituzione dell’Ucraina vieta lo svolgimento delle elezioni alla Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) sotto legge marziale.
“Secondo l’Articolo 83 della Costituzione, durante la legge marziale non possono svolgersi elezioni parlamentari. Questo articolo viene interpretato in diversi modi ma, a mio avviso, è ben diretto e dice chiaramente che i poteri di un parlamento che operi durante la legge marziale non possono essere revocati: quindi non ci possono essere elezioni se le funzioni del potere legislativo non possono essere sospese sotto legge marziale”, afferma Olha Aivazovska, a capo della direzione della Rete civile OPORA.
In parole povere, le elezioni potrebbero svolgersi solo se venissero adottate modifiche alla legge fondamentale dello stato ucraino, cosa anch’essa impossibile in base alla legge marziale, ai sensi dell’articolo 157 della Costituzione. La legislazione ucraina vieta inoltre la revoca dei poteri delle autorità statali (il Presidente, la Verkhovna Rada, il Gabinetto dei Ministri, la Banca Nazionale e alcuni altri) sotto legge marziale.
Disinformazione sulla legittimità
Secondo la Costituzione dell’Ucraina, i cittadini eleggono il presidente per cinque anni. Tuttavia, questi o questa rimane il legittimo capo dello stato e deve adempiere ai propri doveri fino all’insediamento di un nuovo candidato eletto dal popolo. Si tratta di una regola fondamentale della pubblica amministrazione: la continuità del potere statale.
La legge elenca i casi in cui i poteri del presidente possano venire revocati anticipatamente: dimissioni, incapacità di svolgere le proprie funzioni per motivi di salute, impeachment o morte. Il fatto che siano trascorsi cinque anni dalle elezioni non priva automaticamente il presidente in carica dei suoi poteri o doveri: la legislazione ucraina non incoraggia la possibilità che un tale posto rimanga vacante.
Foto: Ufficio del Presidente dell’Ucraina
Anche se Volodymyr Zelenskyy è stato eletto presidente dell’Ucraina nella primavera del 2019, questi rimarrà il legittimo presidente dell’Ucraina anche allo scadere dei cinque anni. Ciò non sarebbe necessario se, nel paese, le prossime elezioni presidenziali potessero tenersi come previsto, nella primavera del 2024. Ma, ancora una volta, ciò è impossibile sotto legge marziale e con l’invasione su vasta scala da parte della Russia in corso. Qualsiasi manipolazione sul tema della legittimità non fa che riaffermare il carattere distruttivi della propaganda russa a riguardo.
Attualmente l’Ucraina, che sta lottando in prima linea contro l’aggressore per la sua libertà e democrazia, ha bisogno di unità. Il governo ucraino e i suoi cittadini non hanno mai abbandonato i valori democratici propri delle elezioni, ma solo se ogni cittadino ucraino abbia la possibilità di esercitare pienamente il proprio diritto di voto: su un territorio liberato, senza missili che gli cadano sulla testa e all’interno di un paese a cui fare ritorno dopo la vittoria.
L’unico ostacolo al percorso democratico dell’Ucraina è rappresentato dalla Russia e dai suoi sforzi imperialisti. Una consolidata resistenza all’aggressione russa costituisce un ottimo modo per ripristinare la giustizia e sostenere i valori democratici. Tutto questo non fa che avvicinare lo svolgimento delle prossime elezioni in un’Ucraina in cui sia finalmente tornata la pace.