Il diritto di veto nelle mani dell’aggressore indebolisce l’ONU (e questo deve cambiare)
Il 24 ottobre 2023 le Nazioni Unite hanno compiuto 78 anni. La principale ragione della creazione delle Nazioni Unite è da ricercarsi in quello che era il mondo del dopoguerra, un mondo che aspirava a garanzie di pace e sicurezza. E tutto ciò divenne uno dei principi essenziali di questa ‘organizzazione.
Tuttavia, per molti anni tale principio è stato oggetto del disprezzo della Russia. Un seggio tra i rappresentanti permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU è stato assegnato a un paese che, solo negli ultimi 30 anni, ha scatenato numerose guerre e conflitti armati, il più sanguinoso dei quali è attualmente in corso contro l’Ucraina. La Russia respinge importanti risoluzioni delle Nazioni Unite con il suo veto, usa l’organizzazione come piattaforma per diffondere la sua propaganda e occupa illegalmente un posto tra quegli stati membri che amano la pace, violando lo Statuto delle Nazioni Unite e minando la sicurezza globale.
La guerra contro l’Ucraina sta rendendo la questione di una riforma delle Nazioni Unite sempre più urgente. Perciò l’Ucraina propone un cambiamento che aiuterà a ripristinare l’efficacia delle Nazioni Unite nella lotta per il suo valore più importante: la pace per ogni nazione.
Un seggio fuori luogo
Dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale, il mondo aveva bisogno di pace e di un nuovo ordine. Nel 1945, i rappresentanti di 50 paesi si riunirono alla Conferenza delle Nazioni Unite per l’Organizzazione Internazionale e, nel corso di due mesi, redassero e firmarono lo Statuto delle Nazioni Unite. Una nuova organizzazione internazionale, le Nazioni Unite, venne creata con l’obiettivo di prevenire un altro conflitto mondiale.
Il primo Statuto delle Nazioni Unite afferma: “E’ necessario mantenere la pace e la sicurezza internazionale e a tal fine risulta indispensabile adottare misure collettive efficaci per prevenire ed eliminare le minacce alla pace e neutralizzare le aggressioni o altre violazioni alla pace stessa; è necessario ottenere tutto ciò con mezzi pacifici e, in conformità con i principi della giustizia e del diritto internazionale, giungere alla risoluzione o alla pacificazione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare a una violazione della pace”.
Tuttavia, questo principio fondamentale viene costantemente violato dalla Russia, uno dei membri di questa organizzazione internazionale e del suo principale organismo di sicurezza.
Come sostenuto dal Ministero degli Esteri ucraino, la presenza della Russia all’ONU non soltanto è moralmente controversa, ma anche illegittima. Secondo il sito web dell’ONU, la Russia è diventata uno stato membro dell’ONU sulla base di una lettera del primo presidente della Federazione Russa, Boris Eltsin, datata 24 dicembre 1991. Con tale lettera, questi sosteneva che la decisione di sostituire l’URSS con la Federazione Russa all’ONU avveniva con il consenso degli 11 paesi membri della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI).
Tuttavia, al momento della lettera, l’URSS esisteva ancora e la Federazione Russa no. La Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa venne ribattezzata Federazione Russa dal parlamento il 25 dicembre 1991, ma la Corte costituzionale russa dichiarò incostituzionale la decisione parlamentare. Solo dopo le necessarie modifiche costituzionali la Federazione Russa si profilò ufficialmente come stato nel maggio del 1992.
Il Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina fa notare che lo Statuto delle Nazioni Unite non menziona la Federazione Russa. Inoltre questa non è menzionata nell’articolo 23, che elenca i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (si fa menzione dell’URSS, la quale ha cessato di esistere nel 1991).
Occupando illegalmente il seggio di membro permanente delle Nazioni Unite, la Russia compie sforzi significativi per rendere l’organizzazione inefficace. Uno dei principali meccanismi di influenza dell’aggressore sulla piattaforma internazionale è il veto, che la Russia utilizza attivamente a suo favore.
Grande potere senza grandi responsabilità
Il potere di veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite consente allo stato membro di respingere la bozza di qualsiasi risoluzione sostanziale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, indipendentemente dal livello di sostegno alla bozza stesso. Questo diritto spetta solo ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU: Cina, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Unione Sovietica, il cui seggio è stato occupato illegalmente dalla Russia.
Dal 1991 la Federazione Russa ha utilizzato il diritto di veto 33 volte nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, quasi il doppio di qualsiasi altro membro permanente. La maggior parte dei casi è avvenuta dopo il 2014: negli ultimi dieci anni, l’86% di tutte le risoluzioni respinte (24 su 28) sono state bloccate dalla sola Russia o da Russia e Cina.
Esempi lampanti di questo abuso del diritto di veto sono stati:
- 9 agosto 2008. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non riesce ad adottare una risoluzione sull’Ossezia del Sud. La Russia, che ha invaso questa regione della Georgia, riesce a bloccare le domande di tregua ricorrendo al veto.
- 15 marzo 2014. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non riesce ad adottare una risoluzione sulla Crimea che è stata occupata dalla Russia. La Federazione Russa pone il suo veto.
- 10 aprile 2018. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non riesce ad adottare una risoluzione per indagare su un possibile attacco chimico in Siria. La Russia, sostenitrice del governo siriano guidato da Bashar al-Assad, ricorre al veto.
- 25 febbraio 2022. La Russia pone il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che condanna le sue azioni in Ucraina e invita Mosca a cessare immediatamente l’uso della forza e a ritirare le sue truppe dal territorio ucraino.
Inoltre, la Russia ha bloccato le risoluzioni sull’istituzione di un tribunale per indagare sull’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines, sul riconoscimento dei massacri di Srebrenica come genocidio come prerequisito per la riconciliazione nazionale in Bosnia-Erzegovina, sull’ estensione del mandato della missione di osservazione dell’ONU in Georgia in un momento critico per il paese e su 16 risoluzioni sulla Siria.
Un’infelice piattaforma per la propaganda russa
Mentre le sue truppe continuano a bombardare città pacifiche in Ucraina, la Russia dispone ancora di un seggio all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e nel Consiglio di Sicurezza. Come se non bastasse, nell’aprile 2023, al paese è stato concesso di assumere la presidenza del massimo organo di sicurezza delle Nazioni Unite. E i rappresentanti russi non esitano a sfruttare una tale piattaforma per diffondere la loro propaganda.
Uno degli esempi più assurdi è stato il discorso pronunciato il 5 aprile da Maria Lvova-Belova, Commissaria presidenziale russa per i diritti dei bambini. Questa è accusata di deportazione illegale di bambini dall’Ucraina alla Federazione Russa dal 24 febbraio 2022 in poi, e c’è addirittura un mandato d’arresto emesso contro di lei dalla Corte penale internazionale dell’Aia nel marzo 2023. I bambini prelevati illegalmente dai russi nei territori occupati sono quasi 20mila.
Durante il suo discorso, la Lvova-Belova ha definito la deportazione illegale di bambini ucraini in Russia “un’azione umanitaria per proteggere gli orfani e i bambini abbandonati nelle zone di guerra”. Allo stesso tempo, il rappresentante permanente russo presso il Consiglio di sicurezza dell’ONU, Vasily Nebenzya, ha affermato cinicamente che gli occupanti russi volevano “proteggere i bambini dal pericolo”.
In segno di dimostrazione, gli ambasciatori di Stati Uniti, Regno Unito, Albania e Malta hanno lasciato la sala riunioni durante il discorso della Lvova-Belova del 5 aprile, e più di 50 paesi hanno condannato una tale “performance”.
Un altro esempio di propaganda russa svoltasi sul “‘palco” delle Nazioni Unite è stato il discorso dell’economista filo-Cremlino Mikhail Khazin, il quale, durante il suo discorso online, ha negato qualsiasi conseguenza significativa della rimozione dei cereali russi dal mercato internazionale, sostenendo che le sanzioni che impediscono le esportazioni dei cereali russi rappresentano una minaccia più significativa.
Per non parlare delle dichiarazioni del rappresentante permanente della Russia presso l’ONU, Vasily Nebenzia. Uno degli esempi più recenti è stato il bombardamento di Hroza, un villaggio nella regione di Kharkiv, dove più di 50 civili sono rimasti uccisi a causa di un attacco russo. Nebenzia si è rivolto all’ONU dicendo che, a Hroza, al momento del bombardamento era in corso il funerale di un presunto “nazionalista di alto rango” al quale presenziavano anche molti “nazisti”.
Al momento dell’attacco russo a Hroza si stava effettivamente tenendo una cerimonia commemorativa: quella in occasione della sepoltura di un soldato ucraino caduto. La cerimonia era stata organizzata dalla sua famiglia, dal figlio e dalla moglie. Entrambe si trovavano sul posto e sono stati entrambe uccisi dalla Russia
Riforme per l’efficienza e la pace
Durante il suo discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 20 settembre 2023, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy ha delineato tre indicazioni per riformare l’organizzazione. Tali indicazioni potrebbero portare l’ONU fuori da una situazione di stallo e non dovrebbero più essere ignorate.
In primo luogo, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrebbe essere concesso il diritto di annullare i veti. In presenza del voto di due terzi dell’assemblea (i quali riflettono la volontà delle nazioni dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa, delle Americhe e del Pacifico, la volontà di una maggioranza qualificata e globale) il veto dovrebbe essere annullato e tale risoluzione dell’Assemblea Generale dovrebbe essere vincolante per tutti gli stati membri.
Il secondo passo è espandere la rappresentanza delle nazioni nel Consiglio di Sicurezza. L’Unione Africana, l’America Latina e gli Stati del Pacifico dovrebbero esservi rappresentati in modo permanente. Anche l’Asia vi merita una rappresentanza permanente più ampia.
Terzo passo: è necessario un sistema di prevenzione delle aggressioni attraverso una risposta tempestiva alle azioni contro l’integrità territoriale e la sovranità degli stati. Ciò anche mediante potenti sanzioni contro l’aggressore.
“Chiunque voglia iniziare una guerra dovrebbe avere ben chiaro prima del suo fatale errore cosa perderà quando la guerra avrà inizio”, ha affermato Zelenskyy. La domanda di sanzioni preventive dovrebbe essere sottoposta automaticamente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ogni volta che un membro dell’Assemblea Generale dichiara di essere minacciato di aggressione.
Ciascuno di questi passi è finalizzato al rafforzamento delle Nazioni Unite come organizzazione internazionale a cui è affidata la responsabilità di mantenere la pace e la sicurezza per l’intera comunità mondiale.
Il mondo intorno a noi sta cambiando rapidamente e ciò richiede una risposta altrettanto rapida. Lo Statuto delle Nazioni Unite non può funzionare al massimo delle sue potenzialità finché un paese aggressore occupa un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza illegittimamente e violando tutti i principi dell’organizzazione. E tutto ciò nella sostanziale impotenza della maggior parte degli stati membri.